Quale è la scuola e la didattica del futuro?
Gianni Degli Antoni ha perfettamente ragione nel creare un Trait d’union tra i Social Network e l’educazione civica e formazione.
Io penso che la legittimazione della formazione (anche professionale) – oltre alla fondamentale formazione sugli universali culturali (non solo le forme di espressione) – passi necessariamente dalla capacità di risolvere problemi concreti e contingenti.
L’istruzione attuale – a mio avviso – si allontana dalle grandi tematiche e dalle sfide poste dal XXI secolo. Occorre una riflessione che – a mio avviso – passi anche dall’aggiornamento di (noi) corpo docente.
Intervista di David Orban a Gianni Degli Antoni sulla didattica del futuro.
Io aggiungo a questa importante intervista che una scuola che voglia essere avanguardia del presente debba
adottare un nuovo approccio culturale che sostituisca al Giudizio sulla realtà, l’Analisi della realtà.
Molto spesso sento miei colleghi docenti approcciarsi alla rete, all’informatica, con giudizi e approcci sintetici e spesso apocalittici, anziché approcci analitici.
I giudizi sono sintetici e nella retorica portano ad un orientamento al passato.
L’analisi è – all’opposto – (tautologicamente) analitica e proprio per la sua capacità di generare tesi, richiede un lavoro collettivo.
I temi del XXI secolo si possono analizzare, e se la scuola li analizzerà, porterà all’emergere di nuovi temi e determinatamente alla creazione di nuove figure professionali e quindi nuovi modelli imprenditoriali.
Dobbiamo ricordarci che nel dopoguerra del XX secolo, dal 1945 in poi, l’università era l’élite porprio per la capacità di risolvere i problemi della società di allora. I laureati di allora avevano stipendi superiori proprio per questo.
Occorre – a mio avviso – recuperare una didattica capace di gestire i temi e le esigenze del XXI secolo.
Scritto il 6 Giugno 2009
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Gianni Degli Antoni ha perfettamente ragione nel creare un Trait d’union tra i Social Network e l’educazione civica e formazione.
Io penso che la legittimazione della formazione (anche professionale) – oltre alla fondamentale formazione sugli universali culturali (non solo le forme di espressione) – passi necessariamente dalla capacità di risolvere problemi concreti e contingenti.
L’istruzione attuale – a mio avviso – si allontana dalle grandi tematiche e dalle sfide poste dal XXI secolo. Occorre una riflessione che – a mio avviso – passi anche dall’aggiornamento di (noi) corpo docente.
Intervista di David Orban a Gianni Degli Antoni sulla didattica del futuro.
Io aggiungo a questa importante intervista che una scuola che voglia essere avanguardia del presente debba
adottare un nuovo approccio culturale che sostituisca al Giudizio sulla realtà, l’Analisi della realtà.
Molto spesso sento miei colleghi docenti approcciarsi alla rete, all’informatica, con giudizi e approcci sintetici e spesso apocalittici, anziché approcci analitici.
I giudizi sono sintetici e nella retorica portano ad un orientamento al passato.
L’analisi è – all’opposto – (tautologicamente) analitica e proprio per la sua capacità di generare tesi, richiede un lavoro collettivo.
I temi del XXI secolo si possono analizzare, e se la scuola li analizzerà, porterà all’emergere di nuovi temi e determinatamente alla creazione di nuove figure professionali e quindi nuovi modelli imprenditoriali.
Dobbiamo ricordarci che nel dopoguerra del XX secolo, dal 1945 in poi, l’università era l’élite porprio per la capacità di risolvere i problemi della società di allora. I laureati di allora avevano stipendi superiori proprio per questo.
Occorre – a mio avviso – recuperare una didattica capace di gestire i temi e le esigenze del XXI secolo.