Permettetemi di sospendere per un’attimo il flusso di conversazioni sul social media marketing per ricordare una figura cardine della storia dell’informatica, Douglas Engelbart Scomparso oggi, 4 luglio 2013.
Douglas Engelbart fa parte di quella schiera di eletti che hanno avuto la capacità di scrivere la storia di internet introducendo quei cambiamenti silenti che hanno determinato nuovi paradigmi e nuove visioni del mondo, della società e della informazione.
Douglas Engelbart è probabilmente un nome sconosciuto ai più: eppure l’invenzione del mouse la dobbiamo proprio a lui oltre ad essere tra i precursori di molte altre tecnologie a cui ha concorso nel darne forma.
Se ci pensiamo bene, la sua azione è stata così determinante nel cambiare l’umanità che – paradossalmente – celebriamo il suo valore anche nel leggerne la sua dipartita. Sono quasi certo che il 70% delle persone che leggono questo post avranno appoggiato la mano sul mouse, la sua creatura, per cliccare da qualche parte.
Douglas Engelbart. Il silenzioso visionario che ha modellato il Mondo come lo concepiamo ora
In un’epoca dominata dall’immediatezza dei social media e dall’incessante flusso di informazioni, è essenziale fermarsi un attimo per riconoscere i pilastri su cui si fonda il nostro mondo digitale. Douglas Engelbart è stato uno di questi pilastri, un visionario silenzioso che ha gettato le basi per l’interazione uomo-computer come la conosciamo oggi.
Engelbart non era una figura da titoli di giornale, ma un innovatore tenace, animato da una visione che andava ben oltre le tecnologie del suo tempo. La sua eredità non si limita all’invenzione del mouse, ma abbraccia un concetto più ampio: l’aumento dell’intelletto umano attraverso l’interazione con le macchine.
L’Architetto dell’Interazione Uomo-Computer attraverso il mouse.

Il nome di Douglas Engelbart è indissolubilmente legato al mouse, un dispositivo che ha rivoluzionato il modo in cui interagiamo con i computer. Tuttavia, questa invenzione è solo la punta dell’iceberg. Engelbart era un pioniere dell’interazione uomo-computer, un architetto di interfacce intuitive che miravano a potenziare le capacità cognitive umane.
Nel 1968, durante la leggendaria “Madre di tutte le demo” allo Stanford Research Institute, Engelbart presentò al mondo una serie di innovazioni che avrebbero plasmato il futuro dell’informatica. Oltre al mouse, dimostrò l’ipertesto, la videoconferenza, la collaborazione online e l’elaborazione di testi in tempo reale. Queste tecnologie, oggi onnipresenti, erano rivoluzionarie per l’epoca.
Engelbart credeva fermamente nel potenziale dei computer come strumenti per amplificare l’intelligenza umana e risolvere problemi complessi. La sua visione non si limitava a creare macchine più efficienti, ma a instaurare una simbiosi tra uomo e computer, in cui entrambi potessero raggiungere livelli di produttività e creatività impensabili.
L’Augmentation Research Center e la Visione dell’Ipertesto
Il cuore della visione di Engelbart risiedeva nell’Augmentation Research Center (ARC), un laboratorio di ricerca da lui fondato allo Stanford Research Institute. All’ARC, Engelbart e il suo team si dedicarono allo sviluppo di tecnologie che potessero “aumentare” le capacità umane.
L’ipertesto, un concetto che Engelbart esplorò a fondo, è un esempio lampante della sua visione. L’idea di collegare informazioni in modo non lineare, permettendo agli utenti di navigare attraverso un labirinto di conoscenze, era rivoluzionaria. L’ipertesto ha gettato le basi per il World Wide Web, la rete globale di informazioni che ha trasformato il nostro modo di comunicare e accedere al sapere.
Engelbart non era solo un inventore, ma un filosofo della tecnologia. Credeva che i computer potessero essere utilizzati per affrontare le sfide più complesse dell’umanità, dalla crisi ambientale alla risoluzione dei conflitti. La sua visione era profondamente umanistica, centrata sull’idea che la tecnologia dovesse servire al progresso dell’umanità.
Un’Eredità che Continua a Ispirare
L’eredità di Douglas Engelbart è viva e pulsante nel mondo digitale che ci circonda. Ogni volta che utilizziamo un mouse, navighiamo sul web o partecipiamo a una videoconferenza, stiamo beneficiando delle sue innovazioni.
Engelbart ci ha insegnato che la tecnologia non è solo uno strumento, ma un mezzo per amplificare il nostro potenziale. La sua visione continua a ispirare le nuove generazioni di informatici, ingegneri e innovatori, che si impegnano a creare tecnologie che possano migliorare la vita delle persone e affrontare le sfide del futuro.
In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale stanno ridefinendo i confini del possibile, la visione di Engelbart è più attuale che mai. La sua eredità ci ricorda che la tecnologia deve essere al servizio dell’umanità, un mezzo per costruire un futuro in cui l’intelligenza umana e l’intelligenza artificiale possano collaborare per il bene comune.
Il mio ricordo personale di Douglas Engelbart
La prima volta che ho udito il nome di Douglas Engelbart è stata nel 1992, quando da ventunenne ribelle, ho iniziato a raccogliere (troppo precocemente) materiali per la mia tesi di laurea che inizialmente doveva studiare l’Ipertesto informatico ed ero solo al secondo anno di università.
A quei tempi e in quella società così frammentata arrivavano con difficoltà delle riviste cartacee che parlavano di un certo giovane studioso, Tim Berners Lee, che stava realizzando un curioso linguaggio in grado di portare gli ipertesti in rete.
Leggevo di questi geni visionari che creavano allo Xerox Parc di Palo Alto, allo Stanford Research Institute a Menlo Park in California all’Arc, Augmentation Research Center e ne rimanevo affascinato come un bambino la prima volta che vede il mare.
Per la percezione del mondo di allora, questi luoghi erano percepiti quasi come altri pianeti. Nel 1992 internet era riservata a pochi centri accademici in Italia, e tra questi la mia università.
Pochissime persone ne avevano accesso e il mondo – privo di ipertesti in rete, con una infrastruttura di comunicazione piena di dazi che allora chiamavamo tariffa telefonica interurbana e internazionale – non era interconnesso come oggi, ed era percepito come separato e lontano.
Eppure leggevo di questo personaggio dalle valenze mitiche che aveva creato il mouse e mi chiedevo come potesse funzionare questo dispositivo poiché …
Nel 1992, i computer avevano ancora il MS-DOS e solo pochissimi PC avevano Windows 3.0 anche se in facoltà c’era un Macintosh, ma era a disposizione del direttore del centro informatico.
Questo era il mondo che Douglas Engelbart ha contribuito a mutare ed è giusto e legittimo che uomini della sua statura morale rientrino a pieno titolo nella epica storia dell’evoluzione umana.
Approfondimenti
Douglas Engelbart – Enciclopedia Treccani
Douglas Engelbart – Wikipedia