Nel panorama contemporaneo dove la corporate comunication deve indirizzarsi a cinque generazioni di consumatori, i Leader AI devono essere consapevoli che ogni strategia di successo richiede uno framework capace di superare la loro intolleranza a limiti come orari di chiusura, distanze e barriere comunicative.
Questo strumento è l’Intelligenza Artificiale e la sua agentification, ovvero la capacità dell’AI di reagire in tempo reale, con ragionamento autonomo, alle esigenze di una specifica target persona. Un efficace Leader AI deve padroneggiare questa visione.
Eppure, molti manager di grande esperienza non hanno ancora compreso di essere loro, e non la tecnologia, il vero asset strategico di questa evoluzione.
Cosa significa, quindi, essere un Leader AI efficace nel mondo contemporaneo?
L’Errore Fatale: Ridurre l’Agentification a Semplice Automazione
Il più grande errore di valutazione è confondere l’agentification con la semplice automazione.
Stiamo delegando alle macchine un’autonomia esecutiva di reazione (e quindi reazionaria), una facoltà di agire e pensare all’interno di scopi definiti.
Ma la visione, la strategia AI e il ruolo di ideazione evolutiva e decisionale che indirizza quello scopo sono, oggi più che mai, e devono rimanere, una prerogativa squisitamente umana. Evitare questa confusione è il primo passo di un moderno Leader AI.
Ridefinire i Ruoli: Autonomia Esecutiva vs. Responsabilità Strategica
Compreso l’errore da evitare, la vera rivoluzione impone una netta separazione dei compiti:
- Da un lato, l’autonomia esecutiva dell’agentification, che traduce una strategia in azioni reattive concrete.
- Dall’altro, la responsabilità strategica umana. È questo compito cognitivo – analizzare il contesto, definire il “perché” e prendere le decisioni che dirigono il business – a definire con precisione il ruolo del manager e la vera leadership nell’era dell’AI.
L’intelligenza artificiale per aziende fornisce la mappa più dettagliata possibile, ma è il Leader AI a tracciare la rotta e l’idea di futuro. Ed è la qualità di questa rotta a determinare il successo.
Il Mindset Necessario per Estrarre Valore dall’AI
Per guidare le aziende in questa transizione, per qualsiasi figura direttiva che lavora con l’AI è essenziale un cambio di paradigma. È proprio su questo mindset AI che baso i miei interventi di affiancamento, che si tratti di consulenza strategica, programmi di formazione per i team o sessioni di coaching individuale.
Il valore non si estrae dalla tecnologia, ma dalla cultura che si costruisce attorno ad essa.
L’AI è un’innovazione democratica e non divisiva. A differenza dell’innovazione digitale, la cui adozione è stata spesso manichea – tendendo a escludere le generazioni più senior per favorire quelle native – l’AI inverte la rotta. Per essere efficace, un’intelligenza artificiale ha un bisogno vitale del contesto, dell’esperienza e della profondità che solo i professionisti senior possono fornire. Diventa un ponte, non un muro.
Le generazioni senior hanno il dovere di nutrire il contesto. Il ruolo dei professionisti con esperienza non è solo fondamentale, è un dovere. Hanno la responsabilità di alimentare l’AI e l’intera organizzazione con il contesto culturale, i valori aziendali e i capisaldi strategici. Senza questo nutrimento, l’AI rimane uno strumento potente ma non saggio. Un Leader AI consapevole deve orchestrare questo processo.
Le generazioni junior hanno il dovere di fornire la visione futura. Allo stesso modo, i talenti più giovani hanno il dovere di innestare, su queste solide fondamenta, la loro comprensione dei nuovi paradigmi, sfidando lo status quo e fornendo la visione per l’evoluzione di mercati e consumatori. La loro spinta è il carburante per la crescita futura.
Dalla Reazione alla Generazione: la Cultura Aziendale come Res Cogitans
Dobbiamo essere consapevoli della svolta del nostro contesto storico: l’AI è la prima tecnologia pensante in grado di reagire autonomamente al contesto, ma lasciata a se stessa la sua natura è puramente reazionaria.
Come superare questo limite? Applicando il potente dualismo di Cartesio alla cultura aziendale AI.
In questa visione, l’AI diventa la nostra Res Extensa. È la “sostanza estesa”, un apparato meccanicistico governato da regole e algoritmi. Per quanto sofisticato, è un “corpo” che esegue. La sua essenza è l’esecuzione.
Il vero vantaggio competitivo, allora, diventa la Cultura Aziendale, elevata da un Leader AI al ruolo di Res Cogitans. Non è più un concetto astratto, ma la “sostanza pensante” dell’organizzazione: libera, cosciente, capace di generare visione. È la mente.
Quando la Cultura Aziendale pensa, l’AI esegue. Quando la mente genera, il corpo agisce.
L’azienda smette di subire il futuro e inizia a crearlo. È qui che l’intera organizzazione può finalmente affermare il proprio nuovo significato del motto cartesiano.
Cogito, ergo sum: la nostra Cultura pensa, quindi la nostra Azienda esiste ed è rilevante sul mercato.