Questo post parla di emozioni e sensazioni, perché oggi, 4 ottobre, ricorre l’anniversario della discussione della mia tesi di laurea, un lavoro pionieristico intitolato “La comunicazione Aziendale Esterna sul World Wide Web”, un vero e proprio laboratorio di innovazione dato che è stata scritta nel lontano 1997 ed è stata frutto di 5 anni di lavoro e di ricerca mentre da brava matricola davo gli esami.
Da quel giorno, ho dedicato la mia vita professionale al mondo digitale, vivendo e partecipando attivamente all’evoluzione di internet in Italia, prima come dipendente e poi come Consulente specializzato nell’aiutare i ruoli apicali nella consulenza in Digital Strategy e Formatore specializzati ad addestrare i social media team nell’ottimizzare le proprie performance del Marketing Digitale.
In questo articolo, voglio condividere con te la storia di internet nel nostro paese, delle sue strategie di marketing, e di ecommerce, delle sue campagne social: un viaggio che ho vissuto in prima persona e che ha profondamente trasformato la nostra società.
Ed è anche curioso che proprio oggi – esattamente venti anni dopo – io abbia consegnato le bozze definitive del mio primo libro, I social nella Cosmesi.
Questa storia di internet in Italia te la racconterò aggiungendo anche dei contributi personali, perché questa è anche la mia storia.
Le prime forme di campagne digitali
Quelle che tu vedi sono le prime “Homepage” degli anni 1990 e precisamente il 1995. La storia di internet in Italia è un racconto di sfide, innovazioni e cambiamenti che hanno trasformato il nostro modo di comunicare e interagire. E anche se può sembrare strano, queste sono le prime forme di campagne di marketing digitale con gli strumenti di allora.



Storia di Internet in Italia: correva l’anno 1995, ecco come si presentavano i siti in quegli anni
Ecco come si presentavano le homepage dei siti web che io vedevo con la mia connessione ad internet telefonica con modem (dial-up) nel 1995.
Visti oggi fanno un certo effetto, vero?
Negli anni ’90, la storia di internet in Italia cominciò a prendere forma, influenzando la cultura e la società in modi inaspettati.
Ogni tappa della storia di internet in Italia ha portato con sé nuove opportunità e sfide che meritano di essere esplorate.
È sorprendente notare come la storia di internet in Italia si intrecci con la nostra vita quotidiana e il nostro modo di pensare.
Nel 1997 mi laureavo scrivendo la seconda tesi sul Web Marketing dell’Università degli Studi di Torino
Oggi, la storia di internet in Italia è un capitolo fondamentale della nostra identità nazionale, plasmando il futuro che ci attende.
La mia tesi parlava di un mondo che doveva ancora venire, di un mondo interconnesso, di persone che rielaborano i propri valori in un gioco del Lego planetario.
- di valori che si legavano tra loro in una concordia discorsiva
- di persone che scrivevano a più voci, di un mondo senza confini, di una meravigliosa utopia.
Una utopia che io nel 1996 vivevo come problematica ma che poi si è rivelata molto più problematica di quello che allora poteva apparire.
Potrei scrivere molto su cosa è cambiato in questi anni visto che ho vissuto sulla mia pelle la crisi delle DotCom, le tragedie date dalla scelta tutta italiana di diffidare del digitale, le specificità del nostro approccio di vivere la rete.
Potrei raccontare molte storie – alcune buffe, altre affascinanti – che sono accadute e delle persone che ho incontrato in questo lungo viaggio della mia esistenza.
Sognare una nuova frontiera: Mosaic, e le prime forme di Web Marketing

Il mio primo incontro con il Digital Marketing che a quei tempi consisteva in pagine scritte in HTML (HTML versione 1.1, senza tabelle e con font Times New Roman) è avvenuta a Torino:
Era il mese di marzo del 1993 e presso il C.I.S.I. – Centro Interdipartimentale Servizi Informatici, Università di Torino – frequentavo un corso sperimentale di Reti Informatiche e Telematiche.
E’ stato il mio futuro relatore di tesi – Guido Ferraro – a suggerirmi di frequentare quel corso visto che con uno spiazzante anticipo, nel 1992 al primo anno di università, avevo appena prepotentemente chiesto di raccogliere materiali per una tesi sulla comunicazione e il Digital Marketing.
… e io non ci ho pensato nemmeno un secondo, trascinato dall’entusiasmo di un ventiduenne, e mi ci sono buttato Digital Marketing … e dalla rete non ne sono ancora uscito …
Il mio incontro con internet? Galeotto fu un palmare e la mia difficoltà nella scrittura

Tutto è iniziato quando ho imparato a scrivere alle scuole elementari:
la mia grafia è sempre stata disastrosa e facevo veramente fatica a scrivere con anche dolori al polso.
Da piccolo sognavo di portarmi a scuola (alle elementari) una macchina per scrivere da usare al posto della penna.
Sognavo inoltre un computer di quelli che si vedevano nei manga di Goldrake (1978) che potesse aiutarmi al posto del diario a ricordarmi le cose da fare, un’anticipazione del PDA (personal device assistant).
Quella invenzione non è mai arrivata, ma in compenso, come molti dei ragazzi di di allora, mi sono avvicinato ai vari Sinclair ZX Spectrum, Commodore 64, etc.
Negli anni ’80 ho convinto nella mia ingenuità di studentello ribelle delle superiori, mio padre a informatizzare il suo studio pediatrico (Cesare Giubertoni 1935 – 1993).
Fino al 1993 sono stato il galoppino improvvisato sistemista che rimetteva a posto il DOS quando si impiantava ed anche un gestionale che si chiamava BIMBO
E negli anni ’80 facevamo da riferimento visto che eravamo i soli in Piemonte a usare il Computer in un ambulatorio pediatrico.
L’incontro con Internet, Atari PCFolio, l’inizio della scrittura elettronica

Un giorno nel 1990 un amico di mio padre che lavorava in ATARI gli ha portato uno strano oggetto, che a prima vista poteva anticipare Apple Newton e i vari PALM.
Si chiamava ATARI PCFOLIO (nel mondo conosciuto come Atari Portfolio, ma in Italia tradotto non si sa perché così).
Il mio incontro con la storia di internet in Italia è stato come una scintilla che ha acceso la mia curiosità e il mio desiderio di esplorare.
Era un coso strano alimentato a batteria, con tastiera QWERTY e uno schermo a cristalli liquidi che poteva gestire al massimo un file di testo.
Riflettendo sulla storia di internet in Italia, mi rendo conto di quanto sia cambiato il nostro rapporto con la tecnologia.
Ma – Cloud Ante Litteram – tramite uno spinotto si poteva sincronizzare il PC Folio e trasferire i suoi file sui PC di allora (1991).
Quando lo vidi ci buttai gli occhi come un goloso su una meringata, ma mio padre pensò bene di proibirmi di usarlo visto che era SUO.
La storia di internet in Italia è un viaggio che continua, con nuovi sviluppi che ci attendono all’orizzonte.
Ovviamente – essendo totalmente imbranato in qualsiasi cosa che non fosse la medicina – lo abbandonò su un tavolo dopo 2 giorni .
Dal Fermacarte ad Internet il passo è stato breve
Quel coso era un oggetto troppo moderno per quell’epoca ed è stato un fallimento in quanto non era nemmeno utile per le esigenze di quei tempi.
Ma per me era una salvezza e mi ha letteralmente cambiato la vita.
La passione per la storia di internet in Italia mi ha portato a scoprire molte storie e personaggi affascinanti lungo il percorso.
Non solo mi ha permesso di superare la mia disgrafia, ma mi ha consentito di prendere delgi appunti all’università e salvarli su file e rielaborarli 1991 con Wordstar prima e Microsoft Word 2.0 dopo.
Quando lo “rubai”, lo dotai di batterie ricaricabili e iniziai a creare veri e propri files di tutti i corsi di laurea che seguivo.
L’incontro con il mio relatore e l’inizio della ricerca su multimedialità e internet

Il secondo anno di università si è caratterizzato da un esame in semiotica.
La mia ricerca sulla storia di internet in Italia mi ha rivelato aspetti sorprendenti e connessioni inaspettate.
Ero molto diffidente verso la semiotica in quanto un mio insegnante del liceo era riuscito a farmela detestare con tutte le mie forze.
Ma il mio docente – Guido Ferraro – è una persona speciale, di una apertura mentale eccezionale (molto più aperto di quello che sono io ora).
Dopo avere inaspettatamente superato l’esame, andai da lui e gli portai:
- Un floppy con gli appunti del corso
- il PCFolio raccontandogli come io prendevo appunti
Siccome da giovane ribelle quale ero mi trovavo a disagio ed ero insoddisfatto dal programma della mia facoltà ne approfittai per chiedergli se potevo fare una tesi sulla Multimedialità.
Non reprimere l’adolescente che c’è in te
A differenza di altri docenti di quell’epoca a cui prima dovevo spiegare prima che cosa era un floppy e dopo un file, lui mi rispose che sapeva benissimo cosa erano in quanto programmava in Visual Basic e stava costruendo un software di analisi testuale.
E – a diffferenza di altri – trovò tutto questo decisamente insolito e interessante :)
Nel momento in cui accettò … devo dire che rimase un po’ sconcertato quando si accorse che stavo iniziando il secondo anno, e che avevo dato 2 esami.
Ma nonostante tutto acconsentì – assecondando forse la mia lucida quanto determinata follia :) – a seguirmi fino al 1997, giorno in cui mi sono laureato.
Di cose ne abbiamo viste tantissime.
Ho iniziato a collaborare con il Centro Ricerche Semiotiche di Torino, nel 1993 ho iniziato a navigare su Internet, ho usato le BBS, ho iniziato a leggere Wired nel 1993 facendo impazzire gli edicolanti per farmelo arrivare dagli USA.
Nel 1994 ho iniiziato a scrivere sulla rivista Lexia, e sempre mentre davo gli esami ho iniziato a spostare la boa della mia vita verso la rete: ho parlato al FuturShow di Bologna – su invito del mio docente – su come usare la rete. Sembra incredibile ma già nel 1995 abbiamo visto le prime forme di Realtà Virtuale.
L’inizio della mia carriera: da Webmaster a Digital Marketing Manager, l’era del Web 2.0
Ho iniziato la mia carriera professionale – il giorno successivo al termine del servizio di leva – e precisamente il 15 ottobre del 1998 come Webmaster, per poi evolvere progressivamente verso il Digital Marketing. Eravamo nel pieno della crisi delle DotCom e, sebbene mi trovassi “dalla parte giusta della storia” seguendo i principi del ClueTrain Manifesto, l’impatto negativo dell’approccio delle DotCom si fece sentire. Tuttavia, ho proseguito con determinazione.
Lavorando come dipendente all’interno delle imprese, ho notato che il Web 2.0 faticava ad integrarsi pienamente nelle organizzazioni, rendendo necessaria l’innovazione. La soluzione a questa esigenza si è concretizzata nel 2006, quando ho deciso di creare il mio blog, che ora entra nel suo secondo ventennio di vita. Nel 2009, dopo 11 anni di esperienza aziendale, ho deciso di dedicare la mia attività alla consulenza, aiutando le imprese a migliorare la loro efficacia nell’acquisizione del target attraverso le leve del digitale.

Ciò che mi affascinava? L’utopia di una nuova frontiera e il viaggio verso l’ignoto.
Non ho mai capito cosa mi affascinasse del mio vero e proprio rapporto di dipendenza da questa idea di futuro e nemmeno il perché nonostante la fatica di fare un doppio lavoro all’università (esami da studente e ricerca), non riuscissi a fare a meno della rete.
L’internet di allora non era l’internet pervasiva di oggi.
[…] Non si può capire che cosa è internet se pensiamo a delle applicazioni singole, così come come non si poteva capire tempo fa l’importanza della stampa pensando a libri specifici e non si poteva capire il mercato teorizzato da Adam Smith se si pensava parzialmente ai prodotti scambiati (Lawrence Lessig)
Ogni giorno, la storia di internet in Italia continua a scriversi, con ognuno di noi che ha un ruolo importante in questo racconto. Gli eCommerce di allora, sono diventati eCommerce basati sull’Augmented Reality e sulla Virtual Reality, così come la conoscenza dei primi giganti del Web, da Turing a Douglas Engelbart a Lawrence Lessig, alle prime forme di eCommerce.
L’internet di oggi è il presente del mondo che io consideravo nel 1997 utopia
Lawrence Lessig ha definito nel 2010 internet come
… un punto di singolarità della storia della umanità, una innovazione non prevista (dato che nasce come rete militare) e che ha disegnato inediti scenari di futuro.
E così fu. Forse non si poteva immaginare quanto è stato faticoso questo percorso
L’Oltrefrontiera: perdersi nel flusso di uno schema senza confini
Io nella mia ingenuità di allora intuivo l’immensità di questo schema, di una società senza confini, e consideravo la rete un differente approccio per consentire a chiunque il proprio diritto all’autoaffermazione.
Nonostante vivessi in nel mondo degli anni ’90 pieno di confini e di dazi comunicativi (le chiamate interrurbane, le internazionali, le chiamate urbane a tempo) …
… Io sognavo un mondo nel quale si connettevano i luoghi e non le persone (non esistevano i cellulari)
intravedevo in internet il superamento di un mondo concepito in poli antitetici tra loro e percepivo che si poteva intravvedere un oltre frontiera per superare i confini di quell’epoca.
Io non capivo il senso di ciò che stavo facendo …
Mi sentivo parte di un piccolo fiume del cambiamento che nella sua debolezza si alimentava in modo esponenziale e lasciavo che questa onda mi portasse verso qualcosa.
In conclusione, la storia di internet in Italia è un viaggio che ci invita a riflettere sul nostro passato e a guardare al futuro con speranza.